Vinitaly, PIWI Italia e vigneti del futuro: facciamo un bilancio
Conclusa la Rassegna di Verona tiriamo le somme e facciamo un bilancio.
La novità importante è la nascita della Piwi Italia che raggruppa così definitivamente le varie associazioni regionali che nel corso degli anni si sono costituite. E’ un passo molto importante che sancisce il riconoscimento delle varietà resistenti e i relativi vini a livello nazionale.
A margine di un convegno sul “Vigneto del Futuro” tenuto dal Prof. Scienza, i presidenti delle associazioni regionali hanno ufficializzato il nuovo organismo il cui presidente è il Prof. Marco Stefanini della FEM di Trento, uno dei massimi ricercatori italiani nel campo del breeding e profondo conoscitore delle varietà resistenti.
Il Vinitaly ha avuto quindi questa anticipazione così che gli appassionati e addetti ai lavori hanno potuto degustare in anteprima le diverse tipologie e annate dei vini presenti nei vari stand.
Da parte nostra con sei vini in presenza, siamo una delle cantine più rappresentative del segmento e i riconoscimenti avuti nel corso dell’ inverno hanno permesso un’ampia discussione attorno alla nostra realtà.
Interessante l’incontro con Stefania Belcecchi esperta di comunicazione e giornalista di Civiltà del Bere, e con Sara Missaglia giornalista lombarda e sommelier professionista. Entrambe nuove adepte alla sostenibilità del vino attraverso il breeding naturale.
Abbiamo tenuto a battesimo poi il libro di Antonella Danzo, il primo, per ora, dedicato esclusivamente alla descrizione e ai dettagli tecnici dei Piwi che lei definisce Super sostenibili.
Lara Loreti de Il Gusto e La Stampa ha poi introdotto il nostro El Masut come taglio bordolese Piwi da uve Merlot Khorus e Khantus e Cabernet Eidos.
Opinione diffusa che nell’ approccio alle varietà resistenti non esiste una componente negativa. I vini sono buoni e ogni cantina personalizza e vinifica come ritiene opportuno; si fanno meno trattamenti in campagna e questo è ampiamente documentato; le analisi dei vini dimostrano che si tratta di vini perfettamente equiparabili agli altri classici presenti nei vari mercati; il percorso viticolo è sostenibile con meno impatto ambientale a livello di CO2 e di mezzi meccanici operativi e meno interventi a difesa chimica.
Per quanto riguarda la manifestazione, la prima dopo il periodo pandemico, i risultati in termini di presenze e di interesse sono stati incoraggianti e il pubblico è stato sicuramente di qualità.